Bunker Fuels oggi e domani

Benvenuto nel Blog dedicato ai carburanti navali, anche chiamati Bunker Fuels,
una famiglia di prodotti che in Italia vende 3,4 milioni di tonn/anno corrispondenti al 5% del consumo totale di prodotti petroliferi del Paese (dati 2009). Poca cosa in rapporto al turnover delle navi nei porti nazionali, pochissima se confrontata con gli erogati marina di altri Paesi UE (Rotterdam 13,4mln di tonn, Gibilterra 4,5 Pireo 3,2 ecc). Segno di scarsa efficienza/ competitività del sistema di rifornimento italiano. Trascurato dalle Oil-Companies che non hanno investito in questo business, svalorizzato da Clienti Navali attenti solo al prezzo più basso.

Ma questo Blog è sopratutto rivolto al futuro, ormai vicino. Già impegnato a usare fuels a basso zolfo in porto e nelle acque costiere il trasporto navale avrà un obbligo di decarbonizzazione anche globale, purtroppo con costi crescenti. L'offerta di carburanti alternativi a basso impatto (NLG, Biorinnovabili, ecc) e di Scrubbers (dispositivi di lavaggio dei gas di scarico) sono le due sole direttrici tecnologicamente mature oggi percorribili.

Ogni visita, ogni contributo - anche critico - saranno benvenuti.
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venerdì 22 aprile 2011

Pubblicata dalla AIE la Roadmap dei Biofuels

Potrebbe arrivare al 27%  nel 2050 (dal 2% attuale) la componente  “bio” nei carburanti destinati al trasporto planetario nelle sue varie forme, secondo  la “Technology Roadmap, Biofuels for Transport” appena pubblicata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) al termine di un ampio studio interdisciplinare (link qui in calce). 
E se è vero che produrre "bio"in questa misura costerebbe la bella cifra di 11-13.000 miliardi di $, è altrettanto vero che l'aggravio di spesa (vs il fossile) sarebbe di appena l’1%grazie alle nuove tecnologie sostenibili. Dunque un extra più che accettabile se riuscisse a porre sotto controllo il riscaldamento globale e svincolare il settore dalla dipendenza fossile, senza pesare sul bilancio alimentare.

giovedì 21 aprile 2011

La U.S. Navy prevede BioBunkers in parità con IFO entro il 2020

La marina militare statunitense si è posta l'obiettivo di sostituire metà dei propri consumi di carburante fossile con fonti rinnovabili, in particolare biofuel, entro il decennio in corso. Un target analogo è anche nel budget della US Air Force. 
Perchè il traguardo sia raggiunto, l'industria energetica americana dovrà arrivare a produrre 8 milioni di barili (1.1 Mln di tonn) di biocarburante navale l'anno secondo quanto dichiarato dall' "Energy and environmental readiness division" della marina la settimana scorsa. Uno studio congiunto US Navy-Massachussets Institute of Technology (MIT) indica che che il punto di pareggio economico tra costo di produzione del biofuel navale e prezzo dell'IFO equivalente sarà raggiunto tra il 2019 ed il 2020 a patto che i fondi federali ed i piani di  R&D vadano a buon fine. Come noto il Presidente Obama punta a ridurre la dipendenza dei trasporti dal petrolio a partire dalle forze armate, ed i biofuels di prossima generazione sono una risorsa essenziale al raggiungimento dello scopo. In un discorso alla Georgetown University già a fine Marzo Obama aveva sollecitato il Pentagono a coordinarsi con l'Agriculture Department, l'Energy Department (entrambe dotate di mezzi finanziari ad-hoc) e con l'industria privata per dare vita ad un mercato di biocarburanti di generazione avanzata che possa alimentare i voli militari, il trasporto pesante su gomma e l'aviazione civile. La marina militare intende unirsi a questo sforzo e mette in campo un progetto di coltivazione di microalghe nelle Haway -già avviato- sostenuto dall'Advanced Research Projects Agency del Dipartimento della Difesa.
Il breve video che linkabile come segue testimonia di questi intenti.   

domenica 17 aprile 2011

Allerta Refining sugli IBF BTZ

Nel corso della 32^ edizione dell' International Bunker Conference di Copenhagen (6-10 aprile) Shell Marine Products Ltd. ha messo in guardia lo shipping su costi e reperibilità dei carburanti marina a basso contenuto di zolfo (BTZ), sia 0.1% che 0.5%, allorchè le prescrizioni IMO/Marpol entreranno in vigore. La prima con il 2015 nelle acque ECA,  la seconda ovunque nel 2020 o al più tardi 2025. Colin Crooks , GM di Shell Marine ha definito lo switch da heavy fuel a distillato (perchè di questo si tratterebbe) un vero e proprio  "game changer" per l'industria della raffinazione, e si è chiesto se lo Shipping sia consapevole dei tempi (lunghi)e degli investimenti necessari (colossali) per adeguare le raffinerie. Molto meglio la depurazione dei gas di scarico a bordo (scrubbers) che evita lo switch, e/o il ricorso al LNG. L'articolo di "Sustainable Shipping" che riferisce quanto detto da Crooks è visionabile cliccando http://www.3bconsulting.it/docs/Refining%20warns%20on%20LS%20fuel%20supply.pdf
Altro allerta è venuto dalla AIE. 
Intervenendo alla conferenza sui Bunker tenutasi recentemente a  Rotterdam, Eduard Lopez, Senior Oil Demand Analyst dell'Agenzia Internazionale dell'Energia ha ammesso  " ...si chiede all'industria petrolifera di riconfigurare le raffinerie nonostante i margini (pessimi) .... sarà ben difficile che la raffinazione riesca a produrre il carburante navale distillato nei tempi e nelle quantità necessarie al fabbisogno 2015(ECA) e 2020(globale)...." 

venerdì 15 aprile 2011

Lo "Scrubbing" riprende quota

Segnali positivi per il futuro dei dispositivi di lavaggio dei gas di scarico (scrubbers) dalla conferenza internazionale sui bunker marina in corso a Rotterdam a cura del Platt's.
Intervenendo ieri in apertura, Robin Meech CEO di Marine Energy Consulting si è detto convinto che gli armatori siano ormai decisi (sarebbe meglio dire rassegnati) a "varcare il Rubicone" assumendosi l'onere di dotare di scrubber le unità navali maggiormente esposte all'attraversamento delle aree ECA dove dal 2015 sarà obbligatorio lo switch da olio combustibile BTZ (1% di zolfo) a MGO (0.1% di Zolfo). Del resto sarebbe illusorio aspettarsi che siano i raffinatori a "purificare" il ciclo di produzione visto che intervenire in raffineria costerebbe un ordine di grandezza in più.
Il dispositivo di lavaggio-gas a bordo sembra dunque la migliore scelta di breve-medio periodo considerato che 1)consente all'unità di proseguire a IBF e anzi tornare alla qualità alto-zolfo con risparmio immediato, oggi sarebbe di 90$/tonn; 2) contestualmente all'SOx lo scrubber abbatte anche gli NOx ed il particolato (PM) che pure avranno limiti restrittivi in ECA dal 2016, e naturalmente 3)evita l'MGO il quale ai prezzi correnti costa ben 260$/ton in più dell' IBF1% ed è atteso a +300$/tonn quando la domanda navale si sposterà da fuel a gasolio. Vi è poi la aspettativa che il costo dell'impianto di scrubbing si riduca con l'avvio della produzione di serie. Meech prevede che a regime i benefici indotti dal dispositivo possano ripagare l'investimento in meno di due anni.
Il bunkeraggio con LNG (gas naturale liquefatto) rappresenta invece una soluzione di sicuro interesse ma in una prospettiva di più lungo termine in quanto necessita di una infrastruttura ad alta pressione a terra e un di un sistema di supply alle spalle costosi, ancora da venire. Solo Singapore e Goteborg stanno progettando gas-bunkering.


NB: i valori citati  sono tratti dal Platt's Bunkerwire del 14.04 "ex-wharf " Genova

sabato 9 aprile 2011

Più vicine misure UE anti-CO2

Nella sessione interdisciplinare IMO conclusasi senza passi in avanti di rilievo la scorsa settimana è riemerso il contrasto di fondo tra nord e sud del mondo sul criterio di ripartizione dei costi di abbattimento della CO2, che i Paesi meno avanzati rifiutano di co-finanziare sul principio della "equal but differciated responsability". 
Se lo stallo resterà irrisolto anche in sede MEPC-62 a metà Luglio, allora la UE procederebbe in via autonoma con l'imposizione di vincoli (CO2 Cap) a tutte le unità dirette o in partenza dagli scali marittimi comunitari. Ricordiamo che il <<white paper>> EU pubblicato recentemente (vedi post qui sotto) prevede la decarbonizzazione dello shipping nella misura del 40% entro il 2050.

sabato 2 aprile 2011

"Technology Outlook 2020" by DNV

Il documento passa in rassegna le tecnologie chiave che entro il decennio daranno inizio ad una evoluzione eco-virtuosa dello Shipping mondiale. Dal LNG ai Biobunkers agli Scrubbers alle Emusioni, al Nucleare, ecc, DNV offre una panoramica completa e spunti di riflessione sul futuro ormai prossimo della decarbonizzazione navale. 
Il Technology Outlook 2020 può essere sfogliato dal sito:
http://issuu.com/dnv.com/docs/technology_outlook_2020_lowres