La marina militare statunitense si è posta l'obiettivo di sostituire metà dei propri consumi di carburante fossile con fonti rinnovabili, in particolare biofuel, entro il decennio in corso. Un target analogo è anche nel budget della US Air Force.
Perchè il traguardo sia raggiunto, l'industria energetica americana dovrà arrivare a produrre 8 milioni di barili (1.1 Mln di tonn) di biocarburante navale l'anno secondo quanto dichiarato dall' "Energy and environmental readiness division" della marina la settimana scorsa. Uno studio congiunto US Navy-Massachussets Institute of Technology (MIT) indica che che il punto di pareggio economico tra costo di produzione del biofuel navale e prezzo dell'IFO equivalente sarà raggiunto tra il 2019 ed il 2020 a patto che i fondi federali ed i piani di R&D vadano a buon fine. Come noto il Presidente Obama punta a ridurre la dipendenza dei trasporti dal petrolio a partire dalle forze armate, ed i biofuels di prossima generazione sono una risorsa essenziale al raggiungimento dello scopo. In un discorso alla Georgetown University già a fine Marzo Obama aveva sollecitato il Pentagono a coordinarsi con l'Agriculture Department, l'Energy Department (entrambe dotate di mezzi finanziari ad-hoc) e con l'industria privata per dare vita ad un mercato di biocarburanti di generazione avanzata che possa alimentare i voli militari, il trasporto pesante su gomma e l'aviazione civile. La marina militare intende unirsi a questo sforzo e mette in campo un progetto di coltivazione di microalghe nelle Haway -già avviato- sostenuto dall'Advanced Research Projects Agency del Dipartimento della Difesa.
Il breve video che linkabile come segue testimonia di questi intenti.
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