Bunker Fuels oggi e domani

Benvenuto nel Blog dedicato ai carburanti navali, anche chiamati Bunker Fuels,
una famiglia di prodotti che in Italia vende 3,4 milioni di tonn/anno corrispondenti al 5% del consumo totale di prodotti petroliferi del Paese (dati 2009). Poca cosa in rapporto al turnover delle navi nei porti nazionali, pochissima se confrontata con gli erogati marina di altri Paesi UE (Rotterdam 13,4mln di tonn, Gibilterra 4,5 Pireo 3,2 ecc). Segno di scarsa efficienza/ competitività del sistema di rifornimento italiano. Trascurato dalle Oil-Companies che non hanno investito in questo business, svalorizzato da Clienti Navali attenti solo al prezzo più basso.

Ma questo Blog è sopratutto rivolto al futuro, ormai vicino. Già impegnato a usare fuels a basso zolfo in porto e nelle acque costiere il trasporto navale avrà un obbligo di decarbonizzazione anche globale, purtroppo con costi crescenti. L'offerta di carburanti alternativi a basso impatto (NLG, Biorinnovabili, ecc) e di Scrubbers (dispositivi di lavaggio dei gas di scarico) sono le due sole direttrici tecnologicamente mature oggi percorribili.

Ogni visita, ogni contributo - anche critico - saranno benvenuti.
I due website collegati, che ti invitiamo a visitare sono accessibili liberamente cliccando sui due Logo qui a fianco

mercoledì 25 aprile 2012

Impianto di lavaggio SOx+NOx al via

La tedesca Couple Systems ha installato e collaudato il suo primo sistema di lavaggio integrato che rimuove dal gas di scarico sia gli SOx che gli NOx. L'impianto -montato in retrofit sulla portarinfuse "Timbus"- è costituito da un dry scrubber e da una unità di riduzione catalitica selettiva subito a valle. L'attraversamento in successione dei due dispositivi da parte del gas ancora caldo e asciutto assicura un tasso di rimozione ottimale degli NOx i quali con un lavaggio umido o con una temperatura a monte più bassa non sarebbero stati eliminati con altrettanta completezza.

Ne dà notizia la associazione tra costruttori e utilizzatori di sistemi di lavaggio del gas di scarico navale (EGCSA) tramita la sua newsletter settimanale.  La Timbus opera abitualmente in area ECA Nord-Baltico

martedì 17 aprile 2012

UE co-finanzia studio su LNG-Med

Al progetto denominato "Costa", che disegnerà un Master-Plan per il bunkeraggio dello short-sea-shipping mediterraneo con LNG, partecipano gli armatori Grimaldi, GNV, il RINA, i porti nelle isole di Madeira e Azzorre, e le autorità marittime di Italia, Grecia, Spagna e Portogallo. 
Lo studio, da completarsi nel 2014 - per il quale sono stanziati 3 milioni di euro (50% a carico EU), farà riferimento a due scenari nei quali le acque europee non-ECA siano attraversabili soltanto bruciando bunker contenente  zolfo massimo rispettivamente 0,5% e  0,1%.  Obbiettivo verificare la fattibilità della realizzazione nel Med di una filiera di supply del LNG con hub nelle isole EU atlantiche, focalizzandone requisiti, criticità e vantaggi.
Viene intrapreso in parallelo un progetto analogo, da 2,4 mln€, rivolto al Baltico anche questo mirato al LNG navale.
Vedi in proposito l'intervista di Mario Dogliaani (RINA) al Lloyd's List

sabato 14 aprile 2012

ECA (in USA): il 1°Agosto si avvicina

Sale il termometro delle preoccupazioni nel settore crocieristico internazionale: il 1 agosto scatteranno gli obblighi connessi alla istituzione della ECA NordAmericana, una fascia costiera che interesserà Canada e Stati Uniti per una profondità di ben 200 miglia nautiche. 
Secondo la CLIA-Cruise Line International Association "l'impatto sarà pesante, quantificabile in +1,5 miliardi di dollari per il fuel switch ATZ>BTZ (base anno), e per i circa 14.000  posti di lavoro che entreranno in zona rischio".
CLIA sta portando avanti da tempo una trattativa con i due governi affinché siano consentite alternative quali l'uso di scrubbers e comunque che l'adempimento alla norma ECA sia giudicato sulla base della media pesata annuale delle emissioni anziché sullo sforamento puntuale.
Tra gli armatori serpeggia anche il timore che infrastrutture e disponibilità non siano adeguate a soddisfare l'incremento di fabbisogno di bunker BTZ che l'ECA NordAmericana sta per scatenare. "Il timing è cruciale" secondo Adam Goldstein, CEO di Royal Caribbean. "Siamo già in mercato per approvvigionare le nostre necessità estive di IBF BTZ sulla west-coast e non siamo (ancora) certi di poterle coprire interamente" 

domenica 8 aprile 2012

Aree di Protez. Ecologica nel W.Med

Istituite con il D.P.R. di cui al link in calce le aree marine di tutela dove, oltre ad altri obblighi, vigerà quello di utilizzare il fuel BTZ che oggi è imposto nelle acque territoriali limitatamente alle navi in servizio passeggeri di linea.
Di tutta evidenza le ricadute in termini di maggior costo a carico delle unità che attraversano abitualmente queste aree (vedi pianta allegata al DPR). La conseguenza immediata sarà che questi collegamenti subiranno una caduta di vantaggio competitivo nei confronti di quelli in grado di servire la stessa destinazione con rotte non intersecanti i tratti di mare protetti.
Il DPR stabilisce un principio e non è ancora operante. Lo diventerà quando il Ministero dell'Ambiente emanerà i decreti attuativi ritagliati sulla peculiarità di ciascuna area di protezione.

Bunker algale testato con successo

La fregata USS Ford ha compiuto con pieno successo la navigazione tra Everett(WA) e San Diego(CA) utilizzando una miscela 50/50 di F-76 (diesel militare per uso navale) e "Soladiesel HRD-76", biodiesel prodotto nei fotobioreattori californiani di Solazyme Inc. a partire da microalghe. Non si è resa necessaria alcuna modifica ai sistemi di propulsione della nave né alla infrastruttura di erogazione del carburante, che si è perciò dimostrato perfettamente drop-in. L'annuncio nel comunicato ufficiale qui visionabile.

Al traguardo il progetto LNG-Logistics

Sotto la regia dell'autorità marittima danese il "North European LNG Infrastructure Project" ha focalizzato le criticità, suggerito le soluzioni e determinato la timeline e gli economics degli interventi necessari alla creazione di una rete di infrastrutture in grado di tenere il passo con lo switch da IFO  a LNG, fenomeno destinato a cambiare rapidamente le regole del gioco nel decennio in corso, ad iniziare dallo short-sea-shipping scandinavo. Lo studio analizza in dettaglio le modalità di fornitura ship-to-ship, truck-to--ship e pipe-to-ship identificando per ciascuna il campo di operabilità a massima economia. L'executive summary del progetto e lo studio in versione full-size sono è scaricabarili dal sito della autorità danese qui linkato

Maersk pronta ai BioBunkers

In una recente intervista concessa alla Reuters Jacob Sterling, responsabile clima e ambiente, ha dichiarato che Maersk affiancherebbe volentieri bio-fuels qualificati ai bunker petroliferi tradizionali se vi fosse certezza di continuità nella fornitura e se il prezzo di acquisto si collocasse tra quello dell'IFO e quello del MGO. "Abbiamo maturato una buona esperienza grazie alle sperimentazioni in navigazione e ci sentiamo pronti a introdurre biobunker in miscela nella routine operativa. Il rifornimento delle nostre unità è ormai una voce di spesa pesantissima nel conto economico di esercizio, la volatilità del prezzo ne fa inoltre una variabile di difficile governabilità. Nel contempo si stringe la vite della normativa internazionale sulle emissioni di SOx e di CO2. Tutto ciò spinge gli operatori verso carburanti alternativi a patto che siano sostenibili sul piano economico e su quello ambientale".  
Ricordiamo che Maersk è leader mondiale con oltre 1.300 unità navali e che è anche in prima fila nella R&S di biofuels assieme a partner di peso come Wartsila, US Navy, ecc, con i quali ha testato  una gamma notevole di prodotti da fonte rinnovabile.