Bunker Fuels oggi e domani

Benvenuto nel Blog dedicato ai carburanti navali, anche chiamati Bunker Fuels,
una famiglia di prodotti che in Italia vende 3,4 milioni di tonn/anno corrispondenti al 5% del consumo totale di prodotti petroliferi del Paese (dati 2009). Poca cosa in rapporto al turnover delle navi nei porti nazionali, pochissima se confrontata con gli erogati marina di altri Paesi UE (Rotterdam 13,4mln di tonn, Gibilterra 4,5 Pireo 3,2 ecc). Segno di scarsa efficienza/ competitività del sistema di rifornimento italiano. Trascurato dalle Oil-Companies che non hanno investito in questo business, svalorizzato da Clienti Navali attenti solo al prezzo più basso.

Ma questo Blog è sopratutto rivolto al futuro, ormai vicino. Già impegnato a usare fuels a basso zolfo in porto e nelle acque costiere il trasporto navale avrà un obbligo di decarbonizzazione anche globale, purtroppo con costi crescenti. L'offerta di carburanti alternativi a basso impatto (NLG, Biorinnovabili, ecc) e di Scrubbers (dispositivi di lavaggio dei gas di scarico) sono le due sole direttrici tecnologicamente mature oggi percorribili.

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lunedì 19 dicembre 2011

Evoluzione Transport Fuels (WEC)

Nei prossimi 40 anni il fabbisogno di carburanti dei paesi in via di sviluppo, Cina e India in testa, supererà quella dei paesi industrializzati. L’aumento dei consumi, dovuto in gran parte al trasporto pesante, sarà soddisfatto all’80% dal petrolio. Questo e molto altro nello studio targato WEC e titolato  “Global Transport - Scenarios 2050” dove vengono presentati due scenari estremi: “Freeway” e “Tollway”. 
Il primo prevede un mondo nel quale sia il mercato a stabilire la strada da seguire. Nel secondo invece si ipotizza un mondo più regolamentato nel quale i governi intervengono per promuovere tecnologiche alternative e per sostenere la diffusione delle infrastrutture di trasporto necessarie, nell'interesse della collettività. A seconda dello scenario il fabbisogno di carburanti al 2050 per tutte le forme di trasporto potrebbe crescere globalmente dell’80% (Freeway) o del 30% (Tollway) rispetto ai livelli del 2010.
Lo studio è visionabile su      http://www.worldenergy.org/publications/3810.asp

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