Bunker Fuels oggi e domani

Benvenuto nel Blog dedicato ai carburanti navali, anche chiamati Bunker Fuels,
una famiglia di prodotti che in Italia vende 3,4 milioni di tonn/anno corrispondenti al 5% del consumo totale di prodotti petroliferi del Paese (dati 2009). Poca cosa in rapporto al turnover delle navi nei porti nazionali, pochissima se confrontata con gli erogati marina di altri Paesi UE (Rotterdam 13,4mln di tonn, Gibilterra 4,5 Pireo 3,2 ecc). Segno di scarsa efficienza/ competitività del sistema di rifornimento italiano. Trascurato dalle Oil-Companies che non hanno investito in questo business, svalorizzato da Clienti Navali attenti solo al prezzo più basso.

Ma questo Blog è sopratutto rivolto al futuro, ormai vicino. Già impegnato a usare fuels a basso zolfo in porto e nelle acque costiere il trasporto navale avrà un obbligo di decarbonizzazione anche globale, purtroppo con costi crescenti. L'offerta di carburanti alternativi a basso impatto (NLG, Biorinnovabili, ecc) e di Scrubbers (dispositivi di lavaggio dei gas di scarico) sono le due sole direttrici tecnologicamente mature oggi percorribili.

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mercoledì 19 settembre 2012

Scrubber unica alternativa long-haul?

Questa l'opinione di Wood Mackenzie secondo cui l'industria mondiale della raffinazione non sarebbe altrimenti in grado di far fronte al gigantesco switch di domanda verso  IFO-STZ (0.5%S) e MGO (0.1%S) che il trasporto via mare dovrà compiere nei tempi fissati dall' IMO.
"(lo scrubbing) non è ancora una tecnologia pienamente matura, l'esperienza di campo è acerba, e tuttavia ci aspettiamo una vera e propria corsa al retrofitting con intasamento degli ordini". Aspettativa plausibile se è vero (come è vero) che alcuni gruppi armatoriali più esposti iniziano a muoversi come RCCL e Spliethoff che  hanno fatto accordi di partenariato rispettivamente con Warstila-Hamworthy e Alfa-Laval per assicurarsi una precedenza nell'order-book.

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